La nuova Direttiva EPBD IV (case green)
EPDB: cos’è?
La Direttiva EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) è il regolamento che disciplina, a livello europeo, le prescrizioni e gli obiettivi in termini di prestazione energetica nell’edilizia.
Fino ad oggi si sono succedute, nell’ambito della strategia europea, tre differenti direttive: la 2002/91/CE (EPBD), la 2010/31/UE (EPBD II) e la 2018/844/UE (EPBD III). Le predette direttive sono state recepite, in Italia, attraverso altrettanti provvedimenti (D.Lgs. 192/05, L. 90/13, D.Lgs. 48/20) e i relativi decreti attuativi (D.M. 26.06.15), che definiscono tutti gli aspetti fondamentali in tema di efficientamento energetico degli edifici (requisiti minimi di progetto, relazioni tecniche, certificazione energetica).
Obiettivi e orizzonte temporale della nuova EPDB IV
La nuova Direttiva EPDB IV (direttiva UE 2024/1275) pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea l’8 maggio 2024, e conosciuta come Direttiva case green, mira alla completa decarbonizzazione del patrimonio edilizio europeo entro l’anno 2050.
L’obiettivo primario è l’ottenimento di un parco edilizio a emissioni zero (ZEmB).
Tale obiettivo si inserisce nel più ampio impegno assunto di una riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra dell’intera economia dell’Unione Europea di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Ciascuno stato membro dovrà recepire la Direttiva entro il 29 maggio 2026, predisponendo un Piano Nazionale di riqualificazione e ristrutturazione degli edifici. Il provvedimento è rivolto agli edifici pubblici e privati, sia residenziali sia non residenziali.
EPDB: quali le ragioni e i principi ispiratori?
Nonostante l’attenzione normativa al risparmio energetico nel settore dell’edilizia sia presente già da molti anni, i dati sui consumi degli edifici in Unione Europea hanno reso necessario accelerare i tempi e definire specifici obiettivi sfidanti per un netto cambio di rotta. Nella sezione introduttiva della Direttiva stessa vengono infatti riportate le seguenti allarmanti statistiche:
- il settore dell’edilizia è responsabile del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra;
- il 75% del parco edilizio risulta, ad oggi, energicamente inefficiente;
- il riscaldamento degli edifici nel settore residenziale comporta ancora oggi un consumo energetico legato fortemente ai combustibili fossili, più nel dettaglio al gas metano (39%), al gasolio (11%) e al carbone (3%).
Soglie di riduzione
L’obiettivo di zero emission nel settore dell’edilizia sarà da perseguire per gradi, garantendo specifiche percentuali crescenti di riduzione dell’energia primaria.
Tipologia edificio | Percentuale di riduzione energia primaria rispetto al 2020 |
Residenziale esistente | 16% entro il 203020-22% entro il 2035 |
Non residenziale esistente | Definizione di requisiti minimi rispettati da:- almeno il 16% degli edifici entro il 2030- almeno il 26% degli edifici entro il 2033 |
Nuova costruzione privato | Emissioni zero dal 2030 |
Nuova costruzione pubblico | Emissioni zero dal 2028 |
Perché la riduzione è calcolata sull’energia primaria?
Con energia primaria si intende una fonte energetica, esauribile o rinnovabile, presente in natura che non ha subito nessuna trasformazione.
In particolare, le energie primarie sono tutte quelle fonti di energia che sono disponibili e possono essere utilizzate dall’uomo direttamente, senza che sia necessario realizzare dei processi aggiuntivi. Si tratta in genere di energie naturali, vale a dire prodotte dalla Terra o da elementi esterni come il Sole, che possono essere sfruttare subito per alcuni processi specifici.
L’energia primaria rappresenta anche il potenziale energetico di fonti e vettori di energia, rinnovabili e non rinnovabili, nella loro forma naturale, ossia quando ancora non hanno subito alcun tipo di trasformazione.
Calcolare l’energia primaria significa “aggiungere” all’energia acquistata i processi di trasformazione per esprimere il quantitativo corrispondente a quanto disponibile in natura.
Il calcolo della riduzione si esegue quindi in termini di energia primaria così da poter confrontare energie diverse e comparare tra loro impianti che utilizzano fonti differenti (ad esempio una caldaia a biomasse e una caldaia a gas) individuando le tecnologie migliori per gli interventi di riqualificazione energetica.
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